Comfort books: libri da gustare sotto l’ombrellone – Parte I

 

 

Da pochi giorni è finita la scuola.
Come ogni anno in questo periodo, mi torna alla mente la
meravigliosa sensazione di leggerezza che vivevo gli ultimi giorni di lezione, quando si allentava la presa, quando la gioia e l’emozione di andare incontro all’estate mi invadevano e pregustavo le novità e le
sorprese che le vacanze mi avrebbero riservato.
Negli anni del liceo, i giorni successivi alla fine della scuola
e precedenti alla partenza per le vacanze, erano dedicati al riordino della mia
stanza, generalmente sommersa di libri e quaderni, all’archiviazione di compiti
e appunti e alla scelta dei libri che avrei portato con me in vacanza.
La mia professoressa di Italiano ci forniva una lunga lista di
romanzi dalla quale dovevamo scegliere le nostre letture estive. Mi piaceva
andare in libreria alla ricerca di quei libri, libri che mi avrebbero
accompagnato nei miei viaggi e che per primi mi avrebbero fatto viaggiare attraverso molti mondi.
Questa abitudine mi è rimasta, è difficile che parta in
vacanza senza una buona scorta di libri e anche se oggi disponiamo di
fantastici e-book, per il momento preferisco ancora scorrere le pagine di carta
e sfidare Ryan Air all’ultimo chilo.
Oggi vi propongo un post senza
ricetta ma con una lista di libri da infilare nelle vostre valigie.
Visto che questo è un blog di cucina, i libri di cui vi parlo sono libri che, in modi diversi, raccontano di cibo, di profumi lontani, di sapori speziati
e di erbe selvatiche, sono libri che regalano ricette antiche, che narrano di legami
intrecciati attraverso la magia degli ingredienti.
Sono libri che ho scovato nella mia libreria, alcuni un po’
vecchi altri più recenti, tutti con storie che vi faranno compagnia nei vostri pomeriggi estivi e che, anche sotto l’ombrellone, non vi faranno sentire troppo la lontananza delle vostre amate cucine.
Se vi piace leggere spero troviate qualcosa di interessante in questa lista e ovviamente sarò felice se anche voi vorrete condividere le vostre letture.
Pian piano proporrò alcune ricette trovate proprio fra le pagine
di questi romanzi.
Dei libri che compaiono della foto ma di cui non trovate la “recensione” di seguito, vi parlerò in un prossimo post…
Marsha
Mehran “Caffè Babilonia” Neri Pozza
Per Marjan Aminpour il
profumo del cardamomo e dell’acqua di rose, insieme a quello del basmati, del
dragoncello e della santoreggia, erano odori di tutti i giorni: comuni,
immaginava lei, quanto l’aroma del caffè solubile e di arrosti succulenti per
le cucine occidentali.
Nonostante
fosse nata in una terra di antichi deserti, dove il suolo arido si confondeva
con i resti sgretolati delle colonne di Persepoli, Marjan aveva un vero talento
per le piante. Fin da piccola aveva imparato ad invogliare i semini più
testardi a mettere radici (…).
Nei molti
luoghi in cui aveva vissuto Marjan aveva sempre coltivato un piccolo orto di
erbe aromatiche, con almeno una pianticella di basilico, prezzemolo,
dragoncello e santoreggia. (…) Avrebbe voluto più tempo per far crescere delle
piante rigogliose di dragoncello, menta e santoreggia da aggiungere ai dolmeh
che lei e le sorelle minori, Bahar e Layla, stavano preparando. (…)
Il Caffè
Babilonia doveva aprire entro cinque ore. Cinque ore! E a Bal-li-na-croag, la
nuova cittadina di cui a stento riusciva a pronunciare il nome, figurarsi
scriverlo. Un intero villaggio pieno di gente che sarebbe venuta ad assaggiare
i suoi piatti con sguardi interrogativi e lingue curiose
”.
Le protagoniste sono tre sorelle iraniane, Marjan, Bahar e
Layla, che aprono a Ballinacroag una cittadina irlandese, il Caffè Babilonia.
Nel loro piccolo locale, che un tempo ospitava una panetteria
italiana, le tre sorelle, fra pareti vermiglie e accoglienti, servono profumate
zuppe di melagrana, Baklava, Zuppa di lenticchie rosse, dolmeh e torshi.
I problemi sorgono quando Layla, la più giovane delle
sorelle, incontra il figlio di un boss della zona, ricco proprietario di quasi
tutti i locali a Ballinacroag che ha messo gli occhi sul piccolo Caffè Babilonia.
Questo piacevole romanzo, attraverso una scrittura scorrevole e
vivace, oltre a descrivere aromi e sapori, affronta con humor e delicatezza i
conflitti razziali, culturali.. e culinari che caratterizzano il nostro tempo.
Ogni capitolo è preceduto da una ricetta iraniana cui Marjan, la
sorella maggiore, si dedica nelle pagine che seguono.
Marsha
Mehran “Pane e acqua di rose” Neri Pozza
E’ il seguito di Caffè Babilonia, tornano infatti le tre sorelle
Aminpour, ragazze iraniane in terra d’Irlanda, con le loro pietanze profumate e
insaporite da strane spezie.
In questo secondo romanzo le tre sorelle insieme con Estelle
Delmonico, la panettiera italiana approdata nella cittadina irlandese di
Ballinacroag tanti anni prima, dovranno svelare un piccolo mistero: una giovane
dai capelli rossicci viene trovata svenuta sulla spiaggia da Estelle. Le
preparazioni di Estelle e Marjan conforteranno e aiuteranno la giovane donna.
Il libro si conclude con alcune deliziose ricette prese dalla
preziosa scatola di Marjan.
Ruth Reichl
“La parte più tenera” Ponte alle Grazie
(disponibile anche in
edizione economica presso TEA)
Ruth Reichl
“Confortatemi con le mele – Nuove avventure a tavola” Ponte alle Grazie
Sostenetemi con focacce
d’uva passa, confortatemi con le mele, perché io sono malata d’amore

Cantico dei Cantici
In questi due romanzi Ruth Reichl condensa la sua autobiografia
di grande golosa e strepitosa critica gastronomica.
Già critica culinaria per il New York Times e per il Los Angeles
Time, Ruth ha scritto di cibo per testate giornalistiche molto importanti.
Nelle pagine di questi libri si dipana la sua esperienza con il
cibo a partire dall’infanzia, quando muove i primi passi in cucina accanto alla
tata, al periodo vissuto in una comune con il marito Doug, dove Ruth cerca di
rendere gradevoli anche pietanze realizzate con ingredienti poveri e poco
sofisticati, alla scelta di diventare critica gastronomica che caparbiamente
riuscirà a realizzare. Gustose ricette scandiscono la narrazione che scorre
veloce nelle pagine del libro. Se lo leggerete sarà difficile non soccombere ai
sapori e agli aromi e non mettersi ai fornelli.
Ito Ogawa “Il
ristorante dell’amore ritrovato” Neri Pozza
 
Quella sera, rientrando a
casa dopo la giornata di lavoro al ristorante turco, trovai l’appartamento
completamente vuoto. Non c’era anima viva. Era sparito tutto: il televisore, la
lavatrice, il frigorifero,le tende (…) .Per un istante ebbi la sensazione di
aver sbagliato porta ma, per quanto mi sforzassi di non credere ai miei occhi,
quello era proprio il nido d’amore che fino al mattino avevo condiviso con il
mio fidanzato indiano
”.
Inizia così la storia di Ringo che, impietrita di fronte alla
sparizione del proprio fidanzato indiano, decide repentinamente di ritornare
nel proprio villaggio di origine. E’ qui che maturerà il suo dolore e ritornerà
pienamente alla vita. Ringo apre un piccolo ristorante, Il Lumachino, nel quale
ospita soltanto una coppia al giorno e dove crea un menu ad hoc, ritagliato
sulle personalità e i desideri dei clienti. La magica cucina di Ringo e la
dolce atmosfera del Lumachino restituiscono l’allegria e la gioia di vivere a
coloro che si siedono all’unico tavolo del piccolo ristorante.
Clara
Sereni “Le merendanze” Rizzoli
In questo libro non vi sono ricette da annotare, ma il cibo
emerge fra i protagonisti. E’ interessante il ruolo che la cucina assume nelle
pagine del romanzo, per Caterina, Francesca, Giulia, Laura e Lucilla, gruppo
eterogeneo di donne alle prese con i cambiamenti piccoli e grandi delle loro
vite, cucinare diventa, infatti, un veicolo per sopravvivere e smarcarsi dalla
quotidianità che spesso delude e infrange le loro aspettative. E’ un libro al
femminile, disilluso, a tratti triste, talvolta duro, ma con un fondo di
speranza che l’abile penna della scrittrice àncora a uno dei momenti di
incontro per eccellenza, la condivisione dei pasti, le merendanze appunto.
Non mi resta che augurarvi buona lettura!

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